“Un Piano Sanitario dai contorni chiaroscuri” è il giudizio della UGL Salute, per voce del Segretario Regionale Lino Marrocu e di quello Provinciale di Sassari, con delega sul territorio di Olbia, Aldo Pireddu. “Una riorganizzazione, unita al recente Piano Territoriale – proseguono i sindacalisti – che non soddisfa la UGL nei modi, nei tempi, e nelle professionalità. Poca partecipazione è stata richiesta alle OO.SS. , prive di un documento completo da esaminare per tempo. Il piano non ci soddisfa nei tempi, perché la realizzazione delle nuove strutture prevede che siano completate entro il 2026, mentre non è dato sapere come saranno implementate le piante organiche con specialisti necessari a fornire il servizio all’interno di Ospedali di Comunità, ambulatori”. Marrocu e Pireddu insistono: “Per preparare un numero adeguato di professioni mediche infermieristiche occorrono anni, qualcuno in più della realizzazione delle strutture. Ad oggi non è dato sapere come si risolverà l’emergenza contingente. A solo titolo di esempio, si evidenzia che per le vaccinazioni anticovid e per le vaccinazioni obbligatorie infantili occorre trasferirsi, dai centri e dalle isole dell’alta Gallura ad Olbia con disagi per pazienti e famiglie. Ma ben più grave è la situazione per le analisi strumentali come la Risonanza Magnetica con mesi di attesa, o per una visita cardiologica con tempi totalmente inadeguati alle patologie. L’argomento prevenzione, presente nel Piano e primo strumento per evitare accessi impropri negli Ospedali, rimane mortificato dall’impossibilità di accedere alle visite preventive e periodiche, salvo trasferirsi con viaggi lunghi e anche costosi e incidendo negativamente nelle economie familiare, caricando di fatto una ulteriore spesa. Così, quando il costo non è sopportabile, si rinuncia con conseguenze che possono ben essere immaginate. Esprimere un parere compiuto dopo una presentazione verbale, sarebbe poco rispettoso nei confronti di chi ha lavorato per mesi in un Piano Sanitario, vasto e importante, che a parere nostro vedrà la piena applicazione tra non meno di un decennio. Nel frattempo, in una regione come la Gallura, appare quanto mai necessario continuare ad applicare le norme in vigore, rivalutando la definizione di “Area Disagiata”, venendo incontro ai bisogni di tutti i cittadini e in particolare della popolazione anziana, perché l’età non è una patologia, inserendo la figura del Geriatra in tutti gli ospedali di Comunità e in tutte le case della salute. Ci auspichiamo, come UGL Salute e confermato, da numerosi Sindaci, maggiore coinvolgimento ben prima della stesura definitiva. Per ora il nostro giudizio sul piano è: non classificabile!” concludono i sindacalisti.
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