La UGL Salute Sardegna chiede un cambiamento radicale per rilanciare le strutture ospedaliere regionali. “Si tratta di superare – dice Lino Marrocu, segretario regionale – il modello di intervento sinora adottato, costituito da una miriade di ampliamenti, ristrutturazioni, manutenzioni, spesso onerose e prive di effetti reali sulla rete dei servizi. Chiediamo di valutare la possibilità di sostituire le strutture esistenti con nuove costruite secondo i più moderni canoni dell’edilizia Sanitaria” Marrocu entra nello specifico: “E’ prioritario il completamento di strutture Ospedaliere considerate strategiche dalla programmazione Regionale, la cui costruzione è stata già avviata. Quindi bisognerà procedere alla costruzione di nuove strutture, come indicato dalle proposte del Presidente Solinas e dell’Assessore Doria per Cagliari e Sassari. In alternativa a interventi di ristrutturazione, anche in parte già finanziati e avviati. Chiediamo anche interventi di razionalizzazione attraverso l’aggregazione in un unico presidio Ospedaliero di più strutture esistenti nella stessa città come possibile nel Sulcis e ad Alghero”. Il sindacalista punta poi l’attenzione sul piano di ammodernamento tecnologico. “ La realtà della Regione Sardegna è caratterizzata da un’elevata vetustà delle tecnologie sanitarie e da una diseguale distribuzione all’interno del territorio. In termini quantitativi, la dotazione complessiva è, per talune apparecchiature, non inferiore alla media nazionale e non sono rari i casi di sottoutilizzate o di mancata attivazione, (si veda il caso della radioterapia intraoperatoria a Cagliari) di moderne tecnologie, come la radioterapia intraoperatoria a Cagliari, presenti all’interno delle strutture Ospedaliere. Chiediamo investimenti per la realizzazione di una moderna rete di radioterapia che consenta di abbattere le lunghe liste di attesa e di contenere drasticamente la mobilità extraregione dei pazienti; per il potenziamento della moderna diagnostica oncologica sulla base di linee di indirizzo Regionale, e della radiologia interventistica; la realizzazione della rete laboratori diagnostici attraverso la diffusione dei punti prelievo e la concentrazione delle attività di analisi; la realizzazione della rete di telepatologia Oncologica ( RTP ) attraverso l’integrazione dei principali servizi di anatomia patologica presso i presidi ospedalieri; la dismissione delle apparecchiature obsolete e il graduale rinnovo delle dotazioni tecnologiche , comprese quelle dei presidi territoriali; lo sviluppo dell’ingegneria clinica quale funzione coinvolta nell’uso appropriato ed economico delle tecnologie. Crediamo sia ora di un repentino cambio di passo nella sanità sarda per garantire ai cittadini il diritto all’assistenza e alle cure” conclude il sindacalista.
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