La UGL, nella giornata dello sciopero generale della salute privata Aiop-Aris, è scesa in piazza con un presidio che si è Svolto di fronte alla Regione Lazio. “Riteniamo che l’azione – dice Gianluca Giuliano Segretario Nazionale della UGL Salute – vada sempre di pari passo con le rivendicazioni. Per questo motivo con tanti lavoratori del comparto abbiamo manifestato in tutta Italia la rabbia per un accordo, quello della salute privata Aiop-Aris, fermo da 14 anni e che deve essere sottoscritto al più presto. Da Nord a Sud abbiamo raccolto e rilanciato le proteste degli oltre 100.000 professionisti di questo comparto. In questo lunghissimo arco di tempo hanno continuato a svolgere con professionalità e dedizione il proprio lavoro. Sono gli stessi che in assenza di un nuovo contratto non hanno esitato a affrontare con generosità l’emergenza del Covid-19 ma che oltre a parole di elogio hanno ricevuto ben poche gratificazioni. Per tutti questi lavoratori, per i loro diritti e le loro tutele abbiamo incrociato le braccia”. Intanto in mattinata una delegazione sindacale della UGL è stata ricevuta da Egidio Schiavetti, responsabile della Segreteria dell’Assessore alla Salute della Regione Lazio. “Sono emerse novità molto importanti. La mobilitazione che da settimane ci vede in prima linea per la firma del nuovo contratto ha portato il Lazio a allinearsi a altre regioni, come Veneto, Lombardia e Sicilia. E’ arrivata così la delibera per la copertura del 50% del rinnovo del CCNL, così come stabilito dagli accordi raggiunti dalle OO.SS. in sede Ministeriale alla presenza della Conferenza Stato Regioni. Nel colloquio con Schiavetti ci è stato riferito che le parti datoriali del Lazio avrebbero dato il loro consenso, dopo l’approvazione, per lo sblocco definitivo della trattativa. Un parere positivo di Aiop e Aris del Lazio potrebbe fungere da volano per la sottoscrizione definitiva del CCNL. Se così fosse chiediamo che venga fissata con la massima urgenza la data per la sottoscrizione del nuovo contratto”. La UGL Salute non abbasserà la guardia. “14 anni di promesse non mantenute e di parole a cui non sono seguiti i fatti sono quanto fino a oggi hanno ottenuto questi lavoratori. Se in tempi brevissimi non si arriverà alla sottoscrizione del nuovo accordo torneremo a manifestare la nostra protesta. Non ci sarà tregua senza la firma del contratto”.
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