“Non ci siamo. L’Italia sta vivendo una drammatica situazione economica con gli stipendi dei lavoratori divorati da un’inflazione inarrestabile e famiglie con enormi problemi di sussistenza. Per questo non troviamo motivo di festeggiare il rinnovo del contratto della sanità pubblica. Lo avevamo detto e lo confermiamo: non è con le mancette che si cambia il SSN. Per farlo serve una progettualità, fatta di idee e coraggio, sconosciuta a politica ed istituzioni” dichiara Gianluca Giuliano, Segretario Nazionale della Ugl Salute. “L’Italia rimane desolatamente uno dei fanalini di coda dell’Europa per quanto riguarda le retribuzioni medie delle professioni sanitarie, che si attestano attorno ai 41.000 euro, precedendo di fatto solo Grecia ed Estonia. E non è certo questo nuovo accordo – prosegue il sindacalista – che colma la voragine perché continua a lasciare i nostri operatori con le tasche troppo leggere. L’accordo sottoscritto, relativo al triennio 2019-2021, che diventerà effettivo solo tra diversi mesi prevede degli aumenti tabellari troppo bassi ed una erogazione una tantum, per gli arretrati, non adeguata. Come se non bastasse il meccanismo delle progressioni e del numero massimo di differenziali attribuibili non ci convince lasciando spazio invece a una revisione sull’assegnazione degli incarichi che non potrà certo premiare il merito. Non ci sorprende quindi che la protesta abbia già cominciato ad invadere la rete. Perché gli operatori sanitari, impegnati ancora nella dura battaglia al covid, sono stanchi e vedono, dopo tante parole di elogio, la loro dignità ferita ancora una volta da un accordo insufficiente che lascia tante figure professionali in un angolo. Non sorprendiamoci quindi che in tanti continuino a valutare esperienze all’estero. Non è questa la strada per rifondare il SSN” conclude Giuliano.
Condividi questo contenuto