Rimangono ancora rilevanti le distanze tra sindacati e Azienda sanitaria provinciale di Catania sulla vertenza dei circa 200 lavoratori impiegati nei servizi di ausiliariato, ma che di fatto svolgono mansioni superiori di operatore socio – sanitario. È quanto è emerso ieri nel corso di un incontro che si è svolto nella sede di via Santa Maria La Grande, alla presenza del direttore amministrativo dell’Asp Giuseppe Di Bella e della responsabile degli appalti Gabriella Licciardello. Per la Ugl ha partecipato il segretario provinciale della federazione Salute, Carmelo Urzì, insieme ai dirigenti sindacali Giorgio Pizzati e Antonino Neri, che hanno contestato ancora una volta l’anomalia che penalizza oltre il 50% dei dipendenti coinvolti nell’appalto per lotti predisposto ed affidato alla “Dussmann” dalla Centrale unica di committenza della Regione Siciliana. “Ringraziamo l’Asp che ha consentito questo momento di confronto, durante il quale abbiamo ribadito che questi lavoratori sono vittime di un cortocircuito che si è innescato tra quanto previsto dal capitolato e le varie procedure di gara. È evidente, infatti, che il bando prevede una serie di figure e relativo mansionario che non può assolutamente mai essere compreso sotto l’unico contratto collettivo nazionale “Multiservizi e servizi integrati” – puntualizzano Urzì, Pizzati e Neri. Il personale che, infatti, viene considerato con la qualifica “ausiliario” dovrebbe occuparsi solo di pulizie, mentre al contrario è obbligato a sopperire alla carenza di operatori socio – sanitari, espletando quindi la mansione pur ricevendo una paga per la categoria inferiore. Non è affatto un problema di budget, perché i fondi ci sono, ma è semplicemente una questione di applicazione dei giusti contratti tra le varie categorie di lavoratori presenti e, dunque, fare una distinzione tra addetti afferenti all’accordo “Multiservizi” e operatori del contratto “Sanità”.” Spetta, quindi, a stazione appaltante e a “Dussmann” trovare una soluzione per evitare una pioggia di contenziosi che potrebbero aggravare ancor di più una situazione parecchio complicata. Intanto i lavoratori continuano a rimanere in stato di agitazione, come confermano i sindacalisti della Ugl Salute: “C’è molta inquietudine tra le 200 unità lavorative, motivo per cui auspichiamo che in tempi rapidi si possa pervenire ad un risultato tale da poter tutelare, nel modo migliore, la dignità lavorativa di queste persone che in mancanza di risposte faranno sentire la loro voce.”
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